mercoledì 6 marzo 2013
Biomassa legnosa
Le biomasse legnose sono sostanzialmente composte da lignina e
cellulosa. Pertanto bruciando liberano l'energia solare che hanno
accumulato per fotosintesi clorofilliana. Esse provengono generalmente
da sfruttamento razionale di distese boschive e forestali, scarti
dell'industria di lavorazione del legno, scarti di potatura degli
alberi, colture arboricole dedicate. L'impiego nella produzione di
energia nel nostro paese è ancora scarso (al di sotto degli standard di
diversi paesi europei) ma poiché costituiscono una interessante fonte
di energia rinnovabile il loro utilizzo è in progressivo aumento. I
motivi che le rendono di sicuro interesse sono facilmente comprensibili e
si possono cosi riassumere: - Contribuiscono ad uno sviluppo sostenile
ed attento alle tematiche ambientali. Se opportunamente gestite
producono quantità modeste di inquinanti, sono facilmente rinnovabili,
emettono ridotte quantità di gas serra. - Costituiscono una
diversificazione rispetto alle tradizionali fonti fossili e perciò
diminuiscono la dipendenza energetica del nostro paese dalle
importazioni. - Il loro utilizzo specialmente se gestito in ambito
locale crea nuove opportunità lavorative e contribuisce allo sviluppo
economico delle comunità locali. - La gestione e la riforestazione dei
boschi consente il recupero di un territorio lasciato per troppo tempo
in abbandono migliorando i dissesti idrogeologici che si sono venuti a
creare. - I costi per produrre energia e calore con le biomasse legnose
sono spesso notevolmente più contenuti di quelli che utilizzano derivati
del petrolio e gas naturale. Come già detto le biomasse legnose
vengono per lo più utilizzate per: il riscaldamento, produzione di
energia elettrica in centrali termoelettriche ed in misura minore per
produrre con processi termochimici biogas o biocombustibili. Il
riscaldamento può effettuarsi con impianti domestici come stufe e
caminetti o con caldaie centralizzate o addirittura con impianti di
teleriscaldamento. Per tutti questi apparati negli ultimi anni la
tecnologia della combustione ha fatto progressi enormi riducendo in
maniera drastica le emissioni inquinanti. Il sistema più utilizzato è
quello a fiamma inversa. Tale sistema consta di due camere di
combustione posizionate l'una sull'altra. In quella superiore viene
stoccata su una griglia la biomassa che viene incendiata. Il comburente
(l'aria) viene insufflato dall'alto e aspirata da sotto in tal modo la
fiamma è capovolta. I gas prodotti dal riscaldamento della biomassa
passano nella seconda camera di combustione e per effetto dell'elevata
temperatura bruciano. In tal modo si ottiene una combustione più pulita e
con scarsa produzione di polveri incombuste. Per produrre energia
elettrica generalmente si tende a realizzare impianti di piccola e media
taglia che sono più facilmente gestibili in ambito locale. In tali
impianti con una caldaia il cui principio di funzionamento è simile a
quello su descritto si genera vapor d'acqua con cui si alimenta la
turbina. Spesso prima di condurre i fumi di scarico all'esterno li si fa
passare attraverso uno scambiatore per abbattere ulteriormente il
calore che andrebbe perduto e migliorare ulteriormente il rendimento
globale dell'impianto. La gassificazione delle biomasse ligneo
cellulosiche avviene in speciali impianti e consente di ottenere a
seconda dei processi utilizzati o biocombustibili liquidi: bioetanolo o
biodiesel o gas di sintesi una miscela di idrogeno (circa il 50%),
monossido di carbonio (circa il 35%) e anidride carbonica e metano (per
il restante 15%).
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